MACONDO E LA REALTA' DEL VIRTUALE



di

Pino Viola

Si consiglia al lettore di leggere "Teatro con Macondo" nella sezione "Teatro in chat". Il testo è stato scritto da "macondo" e "guiomar" dopo l'esperienza del cyberdibattito sull'argomento "Realtà del virtuale".

L'ineluttabile corso del tempo, il tumultuoso rincorrersi degli eventi, un fato cieco che si diverte ad incrociare a caso le storie di personaggi fortemente caratterizzati, la fantasia e la tensione narrativa che traspaiono nelle descrizioni di luoghi e personaggi: tutto questo è "Cent'anni di solitudine", per questi e molti altri motivi capolavoro assoluto della narrativa contemporanea. E che dire di Macondo, luogo immaginario, fantastico, visionario che, come giustamente è stato notato, più che un villaggio è una situazione mentale, il paradigma della solitudine, un destino, un posto inesistente ma sconfinato. Apparentemente una comunità, sostanzialmente un coacervo di individualità solitarie, di storie ed eventi di passaggio, di strani incroci del caso, di eroi predestinati alla sconfitta.
Mio scopo non è quello di fornire una nuova chiave critica e di lettura dell'opera, che andrebbe giocoforza a disperdersi nel vasto mare-magnum dei tantissimi e sicuramente più qualificati interventi in merito. È semplicemente, il mio, il tentativo di fornire un parallelo forse azzardato, forse irriverente, nel migliore dei casi "inadeguato" ma sicuramente personale, tra il mondo "virtuale" in cui Garcia Marquez fa vivere i suoi per certi versi pittoreschi ma sempre umanissimi personaggi e l'universo virtual-tecnologico di internet. La letteratura è comunicazione: nessuno scrittore scrive per sé, chi scrive sa bene che la propria opera è destinata a cambiare qualcosa nella mente, nel cuore e nell'anima di chi alla sua opera si avvicina ed attinge, a scavare dentro di lui. Ogni libro letto, del resto, è, per chi lo legge, una pietra che contribuisce ad elevare l'edificio della propria conoscenza, unitamente alle proprie umane esperienze: nessun libro passa senza lasciare traccia, positiva o negativa che sia.
D'altra parte internet è un poderoso strumento di comunicazione, capace di abbattere, anche dal punto di vista concettuale ed ideologico, oltre che fisico, ogni tipo di barriera, ostacolo, limite all'interscambio e al confronto tra menti, idee, pensieri. È la comunicazione, dunque, che fa da tramite tra due mondi solo apparentemente lontani. Già, mondo virtuale!
Chi comunica in internet, e il mondo delle chat è un esempio emblematico, si manifesta quasi come un'"entità" eterea, impalpabile, distante e al contempo presente, ma in realtà è pur sempre portatore di un ricchissimo bagaglio umano fatto di esperienze, conoscenze, gioie, dolori, destini, preoccupazioni, principi, speranze, illusioni e disillusioni. Ed ecco allora che internet diventa mondo di sogno, metafora dell'esistenza, incrocio di solitudini che si sfiorano, amano, odiano, si capiscono, si ignorano, condividono, si incontrano, si allontanano, si perdono e si ritrovano; diventa, appunto, una sorta di Macondo tecnologica. Tutto questo sembra essere dettato da un disegno sottile, imperscrutabile, da quella sorta di folletto irriverente che è il fato. E qui il cerchio si chiude: ogni fruitore del virtuale viene trasportato quasi per inerzia verso un punto prima sconosciuto, verso un'ancora di salvezza o di perdizione, così come i Buendia vengono al mondo, si accoppiano e muoiono per seguire un destino che sembra già scritto. Internet, come Macondo, è un mondo immaginario in cui, però, quotidianamente si dipana la matassa della vita, con le sue miserie e ricchezze, le sue contraddizioni e la sua originalissima ed umanissima realtà.

Pino Viola