LA REALTA' DEI SOGNI



di

Pino Viola

“Facoltà della mente di ricreare immagini reali o di crearne di irreali”; questa è la definizione di fantasia che troviamo su un comune dizionario. Virtuale, invece, è ciò “che esiste in potenza, che è semplicemente possibile ma non ancora in atto” o, ancora, “fittizio, non reale”. Già dalle definizioni appare chiaro il legame che intercorre tra due modi, diversi ma complementari, di cogliere la realtà, anzi di “trasfigurarla”, in un certo senso. Ed ecco allora che, prefigurandoci un viaggio la cui meta sia il raggiungimento di un luogo metafisico, interiore e subliminale, un luogo di sogno in altri termini, la fantasia diventa il nostro veicolo, il virtuale la strada (una delle tante) che potrebbe condurci verso quella meta; in un limbo sospeso tra realtà e metarealtà, in una sorta di “punto di non ritorno” della coscienza. La realtà virtuale, pur rappresentando una proiezione di quella reale, è luogo senza confini e senza limiti: una prateria in cui i cavalli della fantasia sono liberi di scorrazzare senza briglie e senza costrizioni di sorta. Lasciarsi andare alla fantasia nella realtà quotidiana vuol dire staccarsi ed elevarsi da essa, mentre nella realtà virtuale ne rappresenta il sostrato, l’elemento vitale.

È riduttivo pensare che la fantasia sia sempre e solo qualcosa di alienante; non sempre i sogni scaturiscono dalla realtà e dalla necessità di distanziarci da essa, spesso avviene l’esatto contrario, e cioè che dai sogni e dalla fantasia nascono i bisogni che poi si concretizzano.

Ciò che spinse Leonardo da Vinci, ad esempio, a cimentarsi nella progettazione e realizzazione delle sue fantastiche macchine volanti fu l’idea e il sogno di volare. Attività preclusa per natura all’uomo; ma l’uomo, appunto, è dotato di fantasia e la fantasia rappresenta le ali sulle quali si sorregge il sogno. Stesso sogno che, con ogni probabilità, accompagnò i fratelli Wright nella realizzazione del loro primo biplano, a secoli di distanza da Leonardo. Non è esagerato, dunque, supporre che la fantasia possa rappresentare un motore e uno stimolo per ogni attività umana.

Non a caso si sono citati questi esempi, che ci portano inevitabilmente verso il concetto di tecnologia, che solo apparentemente è avulso rispetto al discorso finora affrontato. Generalmente si associa tale concetto a quello di innovazione, intendendo ciò che aggiunge qualcosa che in precedenza non c’era, che migliora (o dovrebbe migliorare) l’esistenza. Pur partendo dall’assunto che spesso quelli che vengono fatti passare per bisogni reali siano in realtà solo fittizi, creati ad arte ed imposti proprio per collocare i nuovi prodotti e sostituire quelli divenuti oramai obsoleti, e che ogni prodotto tecnologico abbia una valenza neutra (è al contempo una benedizione e una maledizione, non l’una cosa o l’altra), è innegabile che il concetto di tecnologia (inteso come ricerca e tendenza al miglioramento continuo) rappresenti al meglio la naturale tendenza dell’essere umano a “gettare” cuore e cervello oltre l’ostacolo. La catapulta che permette questo lancio è, a voler chiudere il cerchio, la fantasia. Lo strumento, cioè, che consente all’uomo di sognare e di dar corpo e forma ai suoi sogni.


Pino Viola