Col termine comunicazione s'intende una serie di atti sociali che comportano la trasmissione d'informazioni e che hanno come conseguenza la modificazione dell'atteggiamento di fronte alla realtà.
Per quanto questa definizione possa sembrare del tutto provvisoria e
insufficiente tuttavia la prendiamo come punto di partenza per analizzare,
o quantomeno gettare le basi per un'analisi, un ambito conoscitivo affascinante
e complesso come quello della comunicazione.
Una prima manifestazione della complessità della comunicazione
è data dai molteplici settori della conoscenza coinvolti nello
studio del fenomeno: dalla informatica con la cibernetica, alla filosofia;
dalla psicologia alla linguistica; la comunicazione investe la biologia
e la pedagogia fino all'arte e alle comunicazioni di massa.
Ma andiamo per ordine, e torniamo alla nostra provvisoria definizione.
La comunicazione è innanzi tutto un atto sociale, sia per gli umani
quanto per gli animali. Un esempio della comunicazione fra animali della
stessa specie ci è data da Felice Cimatti quando si riferisce all'atteggiamento
di difesa dei cercopitechi davanti al pericolo rappresentato da un'aquila:
"Una piccola scimmia (Cercopithecus aethiops) la scorge mentre si
avvicina al gruppo; immediatamente emette un grido d'allarme, e tutti
i suoi compagni, senza neanche alzare gli occhi al cielo, corrono a nascondersi
dove la vegetazione è più fitta, in modo da celarsi alla
vista del rapace... Si può descrivere il comportamento del cercopiteco
che ha emesso il segnale d'allarme come un esempio di comunicazione, in
cui l'informazione trasmessa è relativa all'arrivo di un'aquila....".(1)
Da questa descrizione cogliamo un primo elemento che caratterizza la comunicazione
come atto sociale: la sua triangolarità.
Esiste un mittente della comunicazione, nel nostro caso il cercopiteco
che emette il segnale di pericolo, il segnale è ricevuto da un
destinatario, in questo caso l'insieme dei cercopitechi che recepiscono
il segnale e che lo codificano come segnale di pericolo. Oltre a questi
attori abbiamo l'oggetto della comunicazione, che in questo caso è
rappresentato dall'aquila. In realtà dovremmo parlare di un quarto
elemento, lo strumento della comunicazione (voce, microfono, radio, televisione,
personal computer ecc.) ma questo sarà oggetto di un prossimo intervento.
Per ora concentriamoci su questi tre elementi che costituiscono la centralità
della comunicazione e che caratterizzano la maggior parte degli studi
sulla teoria della comunicazione.
Da questi elementi, da questa triangolazione i cui vertici sono rappresentati
dal mittente e dal destinatario, ricaviamo che la comunicazione è
sempre un dialogo che coinvolge sempre più di un partecipante.
Nei casi estremi (umani!) avremo quella forma di comunicazione che è
il monologo, una sorta di degenerazione del dialogo. Tuttavia anche nel
monologo la struttura narrativa continua ad essere quella del dialogo,
dove un "io" si rivolge ad un "tu", in altre parole
noi parliamo a noi stessi allo stesso modo in cui parliamo agli altri,
di conseguenza per parlare a se stessi necessariamente bisogna prima saper
parlare agli altri.
Se la comunicazione è un atto sociale è imprescindibile
dall'ambiente in cui avviene. Ritornando al nostro esempio, il cercopiteco
emette il segnale di pericolo in quella situazione e gli altri del gruppo
reagiscono al suo segnale perché il contesto e verisimile, concorda
al motivo per cui il segnale è emesso. Lo stesso cercopiteco potrebbe
emettere lo stesso segnale in un contesto simile ad es.
quando è attaccato il suo gruppo da altri cercopitechi per il
controllo del territorio e sortire lo tesso effetto, fuga e nascondimento,
ma in questo caso mentirebbe. La menzogna può rivelarsi uno strumento
molto utile il cui uso è comunque limitato: "Un mittente che
inganni sistematicamente i suoi simili ben presto non viene più
creduto - osserva Felice Cimatti -, così perderà sia i vantaggi
che gli procurano le menzogne sia quelli che gli derivano dalle comunicazioni
attendibili. La menzogna è un'arma preziosa, e un uso scriteriato
la svaluta" .(2) Perché la fuga dei suoi avversari
avvenga oltre al contesto occorre che i filtri comunicativi siano gli
stessi fra mittente e destinatario, in altre parole la selezione del contenuto
comunicativo deve essere comune fra gli attori comunicanti affinché
il messaggio sia correttamente inteso. Se per pura ipotesi il gruppo dei
cercopitechi che attacca emettesse un altro segnale per comunicare la
presenza dell'aquila, oppure se il segnale fosse ambiguo per gli attaccanti,
l'effetto voluto non si avrebbe, non si creerebbero le basi per quella
che possiamo definire una sintesi comunicativa.
Un processo simile si ha anche fra gli umani quando parlano due lingue
diverse. Il sistema di filtraggio fra i comunicanti è piuttosto
ampio, ad es.: un uomo che parla la lingua norvegese mi indica la tazza
che ha in mano, in questo caso io che non conosco il norvegese, come destinatario
del suo messaggio avrò difficoltà a ridurre "il numero
dei potenziali contenuti dell'interazione comunicativa" e quindi
avrò difficoltà a selezionare il vasto ventaglio di significati
che il mittente sollecita con la sua azione.
Arrivati a questo punto dobbiamo fare una distinzione prima che si possa
generare una confusione nella nostra analisi. La comunicazione si regge
su due paradigmi quello informazionale e quello relazionale: Il paradigma
informazionale legge la comunicazione come processo di trasmissione dei
significati profondi di un sistema sociale basato su regole sia sintattiche
che semantiche che costituiscono il sistema nervoso della società.
Il paradigma relazionale concepisce "l'agire comunicativo" come
realizzazione della "conversazione contestualizzata e pratica dialogica,
in grado di costruire il mondo simbolico e culturale propriamente umano"(3)
(1) Felice Cimatti, Fondamenti naturali della comunicazione, in Manuale della
comunicazione, a cura di Stefano Gensini, Carocci editore, 2000, pag.53.
(2) Ibidem, pag 75.
(3) Dalla comunicazione interpersonale alla comunicazione di massa, Diploma
universitario Tecnologo della comunicazione audiovisiva e multimediale,
Area tematica della comunicazione, pag.15.
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